MERCOLEDÌ 30 NOVEMBRE 2022

AVS 21, quale impatto sulle pensioni?

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IN BREVE
Dopo 25 anni di trattative e fallimenti, una proposta di riforma del primo pilastro ha finalmente ottenuto i favori dell’elettorato svizzero. Se la riforma lascia ben sperare in una stabilizzazione della previdenza obbligatoria, completare quest’ultima con una privata rimane tuttavia la miglior soluzione per garantirsi una pensione serena.

L’aumento della speranza di vita, il progressivo raggiungimento dell’età di pensionamento della generazione dei baby boomer e le uscite AVS superiori alle entrate imponevano una revisione del primo pilastro. E così, AVS 21 – approvata di stretta misura a settembre 2022 – entrerà in vigore il 1° gennaio 2024 con importanti novità, come l’aumento dell’IVA, la flessibilizzazione della riscossione della rendita e l’aumento a 65 anni dell’età di riferimento delle donne. Queste modifiche suscitano inevitabilmente incertezze e domande: a quanto ammonterà la mia rendita? È ragionevole ridurre ora la mia percentuale di lavoro? Che cosa devo aspettarmi in quanto donna della generazione di transizione? Che cosa significa che la riscossione della rendita sarà più flessibile?

Il pensionamento, un affare personale

La nuova riforma parte da buone intenzioni: mantenere il livello delle rendite del primo pilastro e garantire l’equilibrio finanziario dell’AVS fino al 2030. Malgrado ciò, non è certo la formula magica: AVS 21, infatti, non colmerà purtroppo le enormi lacune negli importi che cittadine e cittadini svizzeri percepiranno al momento del pensionamento. Indipendentemente dalla riforma, le rendite sono influenzate da molteplici fattori, come il reddito, la situazione familiare e professionale, le esigenze personali, nonché i numerosi imprevisti della vita.

Allo stesso tempo, chi avrebbe mai potuto prevedere un’inflazione ai livelli attuali? Ipotizzando che essa si mantenga al di sopra del 2% annuo, fra vent’anni i contributi risparmiati oggi in contanti o su un conto senza interessi avranno perso il 33% del loro valore.

La previdenza vincolata, una garanzia di serenità

In tale contesto, è naturale chiedersi come pianificare con fiducia il futuro. Ora più che mai, vale la pena optare per un terzo pilastro vincolato (3a), una forma di previdenza che consente di colmare le lacune del primo e del secondo pilastro con versamenti regolari. Il pilastro 3a offre inoltre un notevole potenziale di rendimento e può proteggere efficacemente il vostro futuro potere d’acquisto. Indipendentemente dall’età in cui andrete in pensione, beneficerete così di un più che benvenuto capitale per mantenere il vostro reddito a un livello soddisfacente. Investire in un terzo pilastro significa anche far fronte agli imprevisti, come un divorzio, un decesso o un infortunio: il vostro risparmio vi garantirà una sicurezza supplementare se dall’oggi al domani vi ritrovaste a dover sovvenire da soli alle vostre esigenze. Questa strategia di previdenza, infine, regala notevoli vantaggi fiscali durante tutto il periodo di contribuzione.

Non aspettate che la riforma AVS 21 entri in vigore per pensare alla vostra pensione, chiedete ora consigli ai nostri specialisti per un’analisi previdenziale individuale e personalizzata.

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AVS 21 in breve

La riforma AVS 21 entrerà in vigore il 1° gennaio 2024. Quali sono i cambiamenti concreti da aspettarsi? In primis, l’età di riferimento per le donne passerà a 65 anni, come quella degli uomini. Il passaggio avverrà progressivamente: a titolo compensatorio, la cosiddetta generazione di transizione, che comprende le donne nate tra il 1961 e il 1969, beneficerà di un supplemento di rendita a vita.

L’altra principale modifica concerne la flessibilizzazione della riscossione della rendita: sarà possibile scegliere il momento del versamento, al più presto a 63 anni, al più tardi a 70. Chiunque decida di continuare a lavorare anche dopo i 65 anni potrà continuare a contribuire all’AVS.

La riforma prevede infine un aumento dell’IVA di 0,4 punti quale finanziamento supplementare.